Padre Nostro
Giovedì 22 ottobre
18:00
20:30
Venerdì 23 ottobre
18:00
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Sabato 24 ottobre
18:00
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Domenica 25 ottobre
18:30
Mercoledì 28 ottobre
18:00
20:30

SINOSSI
Roma, 1976. Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre (Barbara Ronchi), assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

In concorso alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia

 

 

DURATA   2:00′
GENERE   Drammatico

 

Recensione C.N.V.F.
Al suo terzo lungometraggio (suo è “La foresta di ghiaccio”, 2014) e con incursioni anche nella serialità televisiva (“Non uccidere” e “1994”), Claudio Noce ha portato alla 77a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia una storia personale, che attinge alle pagine più intime della propria famiglia. È “Padrenostro”, un dramma che esplora il clima degli anni di piombo a Roma, esattamente l’anno 1976, quando il padre, il vicequestore Alfonso Noce, rimane ferito in un attentato terroristico. Prendendo le mosse da tale avvenimento, il regista ritorna liberamente sulla storia raccontandola nella prospettiva di un bambino di dieci anni, Valerio (Mattia Garaci), chiamato a confrontarsi con l’irruzione della violenza nel proprio mondo. Accanto a lui un amico inaspettato, il quattordicenne Christian (Francesco Gheghi), adolescente ruvido fino all’arroganza, che si fa tuttavia ben volere da Valerio conquistandone la totale fiducia: il rapporto tra i due cresce e si consolida in occasione del ritorno della famiglia nella natia Calabria. Punto di forza del film è sicuramente l’interpretazione vigorosa e realistica di Pierfrancesco Favino, che per questo ruolo ha vinto la Coppa Volpi a Venezia77, ma l’opera deve fare i conti con una sceneggiatura non priva di incertezze.
Se la messa in scena iniziale risulta notevole e coinvolgente (ottima la ricostruzione, la fotografia e la componente musicale), soprattutto per il grande lavoro che il regista fa con i giovani interpreti, così come l’intenzione di mostrare la durezza degli anni di piombo attraverso l’innocenza dell’infanzia, nel corso della narrazione però qualcosa scappa di mano: vengono meno i necessari ancoraggi nella struttura narrativa, che rischia di sbandare sul finale in maniera confusa tra realtà e fantasia.
Nel complesso è un buon prodotto, di impegno civile, che dal punto di vista pastorale il film “Padrenostro” è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.