TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI
Giovedì 8 marzo
21:30
Sabato 10 marzo
21:30
Domenica 11 marzo
19:00
Lunedì 12 marzo
19:00
Mercoledì 14 marzo
20:45
Giovedì 15 marzo
18:00
Sabato 17 marzo
16:30
21:00
Domenica 18 marzo
19:00
Mercoledì 21 marzo
20:45
Giovedì 22 marzo
20:45
Venerdì 23 marzo
18:15
Sabato 24 marzo
19:00
Domenica 25 marzo
20:45
Mercoledì 28 marzo
18:15

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Tre Manifesti a Ebbing, Missouri è una black comedy diretta dal premio Oscar Martin McDonagh. Sono passati mesi e l’omicidio di sua figlia è rimasto irrisolto, così Mildred Hayes (Frances McDormand) decide di smuovere le autorità, commissionando tre manifesti alle porte della sua città – ognuno dei quali grida un messaggio provocatorio e preciso – diretti a William Willoughby (Woody Harrelson) il venerato capo della polizia locale. Quando viene coinvolto anche il suo secondo ufficiale, Dixon (Sam Rockwell), ragazzo immaturo e dal temperamento violento, la battaglia tra Mildred e le forze dell'ordine di Ebbing è dichiaratamente aperta. 

Il film ha trionfato alla 75a edizione dei Golden Globe, vincendo ben quattro premi: Miglior film drammaticoMiglior attrice in un film drammatico (Frances McDormand), Miglior attore non protagonista in un film (Woody Harrelson) e Miglior sceneggiatura.

DURATA   1:55′
GENERE   Black Comedy – Commedia/Drammatico

Valutazione Pastorale
Simili a cerchi concentrici, l’effetto dei tre manifesti che mettono alla berlina lo sceriffo di Ebbing a poco a poco si allarga fino a diventare incontrollabile. L’ostinazione di Mildred genera un vero e proprio terremoto di reazioni nella cittadina. E sono boati che fanno molto rumore, tanto male e fin troppe vittime. A un certo punto la violenza che insanguina le strade è così insistita da indurre la donna a cercare di capire dove la potrà condurre. E la scia di vendette forse si acqueta.
Dopo “InBruges”, 2008 e “7 psicopatici”, 2012, il regista McDonach, inglese di nascita, fa centro con un nuovo meccanismo all’insegna di una implacabile esattezza narrativa. Giustamente premiato a Venezia ’74 con il Leone per la migliore sceneggiatura, il film vive una messa in scena incalzante e piena di colpi di scena, crudele anche e senza sconti ma fatta di sussulti, crisi, ripensamenti. Nell’ottica di uno spiazzamento aspro e duro, cinico e forte ma non rassegnato al peggio. Clima da thriller con scene da psicodramma alla Tennessee Wiliams.
Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.